Computo ordinario di cricche e sequenze

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Il punteggio delle cricche, dette una volta anche pariglie, è sopravvissuto immutato probabilmente dalla sua invenzione cinquecentesca.

La fonte più antica di regole e punteggi di sequenza è Pisarri (1754), che ci informa come nulla sia cambiato dai suoi tempi ai nostri. Pisarri sosteneva che le leggi della sequenza da lui riportate fossero antichissime. E certamente si erano perfezionate almeno un secolo prima, come ho argomentato a suo tempo.

Come visto, i Mori facevano sequenza a sè come i Papi loro predecessori.

L'inutilità dei punti eventualmente incassati dal partito perdente faceva sì che allora più di oggi l'interruzione della Granda venisse computata esaminando i Trionfi incassati dalla coppia che non aveva l'Angelo. Si cercava tra questi Trionfi la scavezza.

Esempio: V'è nel tavolino Sole, Saetta, Traditore eRoda. La Roda è il trionfo che scavezza, ed il suo numero è il 10: a questo punto si dovrà aggiungere il Sole, la Saetta, e il Traditore, dicendo 11,12,13, quindi moltiplicare questo ultimo numero per 5, che fa 65, i quli 65 punti levati dalli 105 punti della Granda, restano 40 punti, come si può vedere.

Traspare perché i bolognesi abbiano successivamente numerato progressivamente i Trionfi della scavezza: per agevolare il computo della Grande.

I punti ottenuti col mazzo, con cricche e con sequenze sia accusate che di fine mano erano il punteggio ordinario. Il punteggio ordinario è quello sopravvissuto ai nostri giorni, ed era separato dagli Onori.